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Integrare Yoga e Ayurveda

I dosha che influenzano il corpo fisico sono il ritratto di ciò che la mente ha creato di noi. Ad un livello più sottile, quello su cui interviene direttamente lo Yoga, le valutazioni sono leggermente diverse. Infatti, i cinque elementi che formano il corpo sono resi vitali dalla azione del corpo sottile. In questo piano, secondo il Tantra, le essenze di cui tenere conto sono tre: Prana, Tejas e Ojas. Quando Prana, il respiro, è equilibrato, il corpo è leggero e pulito, i movimenti sono sciolti, c’è vitalità e capacità di discernimento.
Il Tejas equilibrato permette di non soffrire il freddo, rende la pelle e gli occhi luminosi, chiarezza di idee. La ragione porta a prendere decisioni anche difficili con coraggio e sicurezza, senza paura, soprattutto aumenta la libertà dalle emotività causate dalla dipendenza degli aspetti emotivi.
Ojas in equilibrio si manifesta con forte resistenza e un sistema immunitario forte, la mente è salda, solida. Si prova amore e devozione.

In eccesso i dosha sottili si manifestano in questo modo:

  • Prana: scarso o inesistente controllo mentale ed emotivo, sensorio e motorio. Tremori e mancanza di radicamento, ansia, palpitazioni, mente instabile, insonnia e inspiro prevalente.
  • Tejas: ipercriticità, delirio, mal di testa, bruciori. Irritabilità e forti collere. Persone manipolatrici che vogliono dominare gli altri. Sempre critici e negativi, paranoici.
  • Ojas: autocompiacimento e mente lenta e ottusa. Il suo eccesso non porta grandi problemi nella persona a parte la staticità.

Quando sono carenti:

  • Prana: respiro corto e veloce. Corpo pesante e pigrizia. Scarso entusiasmo e demotivazione, passività e nostalgia eccessiva. Non si lascia entrare nuova energia nella vita, la mente è dominata dai ricordi e dal passato.
  • Tejas: corpo freddo, pelle pallida e occhi spenti. Percezioni alterate o offuscate. Poca chiarezza mentale. Debolezza nel prendere decisioni. Timidezza e incapacità di fare tesoro delle esperienze. Incoerenza e scarsa concentrazione.
  • Ojas: sistema immunitario debole, mente e emotività instabili. Sensibilità alla luce e ai rumori. Ansia, impazienza, insonnia. Incoerenza e confusione.

Tejas e Prana in eccesso seccano la fluidità di Ojas squilibrandolo.

Lo Yoga può equilibrare i dosha sottili con pratiche mirate, ma è soprattutto l’attitudine mentale al miglioramento a dare equilibrio nella pratica.

Per equilibrare Prana: pranayama, asana e pratyahara. Nada Yoga, lo Yoga del suono.

Per equilibrare Tejas: Mantra Yoga, trataka, Pranayama.

Per equilibrare Ojas: Bhakti Yoga, brahmacharya.

La cosa migliore è cercare di sviluppare tutti e tre i dosha sottili, questi, infatti, si sostengono l’un l’altro.

Ojas si mantiene soprattutto con un’alimentazione equilibrata, Tejas con l’uso di mantra appropriati e meditazione, Prana con il pranayama. Le pratiche dello Yoga funzionano solo se disponiamo di sufficiente Ojas; molti pranayama stimolano Prana e Tejas, la gestione degli effetti collaterali di molte pratiche avanzate dipende da questo. Secondo l’Ayurveda le tipologie vata e pitta sono carenti di Ojas e quindi dovrebbero essere riequilibrate prima di creare effetti indesiderati dalle pratiche.

Il legame tra Yoga e Ayurveda, che sono scienze complementari, appare più evidente. Un programma ayurvedico ristabilisce il giusto equilibrio psicofisico per intraprendere la via del samadhi. Lo Yoga, con programmi adattati alla natura della persona, porta al samadhi. Così quando il cercatore vuole incrementare Prana dovrà scegliere erbe amare come il Brahmi, il triphala, per la buona metabolizzazione del prana del cibo. Spezie come la menta, il coriandolo, il prezzemolo. Inserirà nella dieta insalate, oli aromatizzati, tisane rinfrescanti e astringenti. Assumerà la giusta quantità di liquidi, specialmente acqua di sorgente. Se il Prana è in eccesso, cercherà di mangiare più cibi dal sapore dolce, ghee, noci, mandorle. Potrebbe portare collane, mala o anelli con pietre come lo zaffiro blu o lo smeraldo. Con il massaggio, specialmente alla testa, con olio di sesamo, potrà ristabilire il giusto equilibrio. Prima della pratica di yoga dovrebbe cantare dei mantra, come quello dell’armonia. Inserendo pranayama come bastrika, ujjay, brahmari e chandra bedhana, col tempo, potrebbe inserire i bandha. Serie di asana come Suryanamaskara, possibilmente con i mantra. L’assorbimento nel suono interiore e la meditazione con mantra come so ham o hamsa.

Tejas è l’essenza della parola, del mantra, e parlare chiaramente, senza falsità o doppi fini, incrementa Tejas, il fuoco spirituale. Ecco perché le tipologie pitta sono generalmente buoni oratori in pubblico. Il pettegolezzo, la falsità, le critiche infondate o gratuite, anche la severità innalzano Tejas. Parlare con dolcezza e gentilmente lo mantengono al livello adeguato. Ogni volta che sentiamo parlare qualcuno riceviamo cibo per Tejas. Buddhi, è la facoltà della nostra mente che permette di comprendere ciò che udiamo. Le parole si trasformano in azioni e queste determinano il karma individuale.

Praticare mantra come hum, legato alla potenza ignea di Shiva può aumentare Tejas. Anche il silenzio, nella sua versione più yogica cioè totale assenza di dialogo verso l’esterno e soprattutto verso l’interno, aumenta Tejas. Il calamo, in sanscrito vaha, parola, è la pianta per aumentare Tejas secondo l’Ayurveda. In generale tutte le piante dal sapore piccante come il basilico, il pepe nero e lungo, la salvia o l’alloro vanno bene.

Le pietanze dovranno assumere il potere caldo, quindi cucinare aggiungendo zenzero, coriandolo, il prezzemolo. Inserirà nella dieta insalate, oli aromatizzati, tisane rinfrescanti e astringenti. Assumerà la giusta quantità di liquidi, specialmente acqua di sorgente. Se il Prana è in eccesso, cercherà di mangiare più cibi dal sapore dolce, ghee, noci, mandorle. Potrebbe portare collane, mala o anelli con pietre come lo zaffiro blu o lo smeraldo. Con il massaggio, specialmente alla testa, con olio di sesamo, potrà ristabilire il giusto equilibrio. Prima della pratica di yoga dovrebbe cantare dei mantra, come quello dell’armonia. Inserendo pranayama come bastrika, ujjay, brahmari e chandra bedhana, col tempo, potrebbe inserire i bandha. Serie di asana come Suryanamaskara, possibilmente con i mantra. L’assorbimento nel suono interiore e la meditazione con mantra come so ham o hamsa.

Tejas è l’essenza della parola, del mantra, e parlare chiaramente, senza falsità o doppi fini, incrementa Tejas, il fuoco spirituale. Ecco perché le tipologie pitta sono generalmente buoni oratori in pubblico. Il pettegolezzo, la falsità, le critiche infondate o gratuite, anche la severità innalzano Tejas. Parlare con dolcezza e gentilmente lo mantengono al livello adeguato. Ogni volta che sentiamo parlare qualcuno riceviamo cibo per Tejas. Buddhi, è la facoltà della nostra mente che permette di comprendere ciò che udiamo. Le parole si trasformano in azioni e queste determinano il karma individuale.

Praticare mantra come hum, legato alla potenza ignea di Shiva può aumentare Tejas. Anche il silenzio, nella sua versione più yogica cioè totale assenza di dialogo verso l’esterno e soprattutto verso l’interno, aumenta Tejas. Il calamo, in sanscrito vaha, parola, è la pianta per aumentare Tejas secondo l’Ayurveda. In generale tutte le piante dal sapore piccante come il basilico, il pepe nero e lungo, la salvia o l’alloro vanno bene.

Le pietanze dovranno assumere il potere caldo, quindi cucinare aggiungendo zenzero, coriandolo, cardamomo, finocchio, basilico, curcuma, zafferano. Oltre al silenzio anche il digiuno può essere utile per riequilibrare Tejas, sarà importante integrare con tè e tisane di zenzero, cannella e calamo, il digiuno però deve essere praticato solo con Ojas forte. Il ghee e lo zucchero integrale aiutano a moderare gli effetti di una pratica troppo intensa come. I massaggi dovrebbero essere sempre fatti con oli dal potere freddo come quello di cocco. Il corallo rosso è utile per aumentare Tejas, come il rubino e l’occhio di gatto. Nella meditazione si deve sviluppare la ricerca e la discriminazione, la capacità di distinguere tra il reale e l’irrealtà sviluppando lo Yoga della conoscenza. Come forma più esteriore, fissare lo sguardo su una fiamma, tratak, è una buona pratica, ma il tratak interno, l’osservazione di un punto luminoso tra le due sopracciglia, ad esempio, è molto più intenso. Alcuni pranayama come kapalabhati aumentano il fuoco interiore quindi devono essere fatti con cautela. La pratica migliore è il sacrificio sul fuoco interiore.

Ojas è legato principalmente all’elemento acqua, è il più materiale dei tre, è l’essenza del cibo. Quindi per aumentarlo non servono meditazioni ma cibo e buoni sentimenti. La modestia, la compassione, la tolleranza e più di tutto la compassione sono le virtù da coltivare. Per stabilizzare Ojas serve la concentrazione sul guru o sulla divinità prescelta. I canti praticati nel Bhakti Yoga, aumentano la percezione della divinità interiore, l’abbandono e l’estasi. Anche lo Yoga del servizio disinteressato aumenta Ojas. La pratica più importante per sviluppare Ojas è il Brahmacharya, il controllo della forza sessuale. Tra i cibi per incrementare Ojas il latte e i suoi derivati occupano la posizione prevalente. I cibi dolci, il miele, mandorle e sesamo, riso e pasta aumentano Ojas. Tra i rimedi ayurvedici, oltre all’ashwagadha, troviamo anche il Chyavanaprasha. Nel cibo si aggiungono cipolle e aglio. Le spezie piccanti tendono ad asciugare Ojas. Il sonno è molto importante per non dissipare Ojas. Indossare pietre come lo zaffiro giallo, il diamante, il cristallo e la perla. Per non disperderlo si devono evitare sbalzi emotive, le tensioni e l’agitazione, il caldo eccessivo, i rumori forti e la sovraesposizione sociale.

Tutti questi elementi compongono un quadro completo in cui salute e pratica spirituale si fondono nella vita quotidiana. La scelta degli elementi che comporranno sadhana, la pratica spirituale, sarà quindi indirizzata al riequilibrio di tutti questi aspetti. Quando si perfeziona uno di questi elementi, anche gli altri giungono alla perfezione. Il primo banco di prova è nella pratica personale, questa implica la conoscenza di sé. Conoscere se stessi è il primo passo, imparare a conoscere il mondo circostante e le leggi che governano questo universo sono la missione dello yogi.

Gabriele Gailli