In India il tulsi è molto popolare, simile al nostro basilico, viene utilizzato anche nella medicina tradizionale indiana, l’Ayurveda. È la pianta della Dea Lakshmi, che propizia l’abbondanza e la prosperità. Questa Dea, sposa di Vishnu, porta fortuna e soldi ed è molto venerata. Questa associazione con la divinità rende la pianta sacra e nei palazzi moghul dove veniva posta al centro del cortile principale poteva essere curata e toccata solo dal sacerdote. Nelle famiglie, ai morenti, viene posta una fogliolina di tulsi sul cuore nella certezza che aiuterà nell’ultimo viaggio. Per l’Ayurveda le sue proprietà sono molteplici. Una tisana di tulsi scioglie gli umori e aiuta a digerire. È considerata preziosa come ringiovanente perché favorisce il vigore sessuale e ritarda l’eiaculazione per via del suo effetto tonico sul sistema nervoso. Si usa per curare la pelle e attenua i fastidiosi effetti delle punture degli insetti. Gli incensi al tulsi scacciano le zanzare. Anni fa un grande medico ayurvedico, scomparso recentemente, che veniva spessisimo a Firenze, mi confidò che quello che che noi compriamo come tulsi in realtà è il nostro basilico. Si perché le grandi industrie di medicinali ayurvedici cercando piante di qualità compravano il nostro basilico. Bene, abbiamo tutti un vaso di basilico in casa, non limitate l’uso del basilico al pesto o al sugo, provate a fare una tisana, non ve ne pentirete!
Gabriele Gailli
Jiva